“Casa Zapata” è una meravigliosa e complessa residenza fatta erigere dall’antica e nobile famiglia aragonese degli Zapata a partire dalla fine del XVI secolo. I membri di questa famiglia giunsero in Sardegna nel 1323 al seguito dell’Infante Alfonso che si preparava alla conquista dell’isola, si stabilirono, quindi, a Cagliari (una delle Città Reali) e nel 1541 acquistarono la Baronia di Las Plassas, Barumini e Villanovafranca, divenendone signori e poi baroni, e arrivando ad amministrarla fino alla soppressione del regime feudale. Tra i diversi edifici che costituiscono la residenza si distinguono: uno splendido palazzo, con elegante giardino annesso, realizzato tra la fine del XVI e gli inizi del XVII secolo per divenire Sede Baronale e dimora del feudatario, e altri due corpi murari di pertinenza agricola, realizzati a partire dai primi anni del 1900, utilizzati come magazzini, stalle e casa del fattore aperti su una grande corte che consentiva il libero movimento di uomini, merci e animali. Innanzi a “Casa Zapata” è ubicata la Parrocchia della Beata Vergine Immacolata, la cui costruzione fu probabilmente commissionata dalla stessa nobile famiglia aragonese.
Oggi la residenza spagnola è sede del cosiddetto Polo Museale “Casa Zapata” organizzato in tre sezioni.
La Sezione Archeologica, intitolata l'11 dicembre 2014 all'esimio Professore Giovanni Lilliu, è stata allestita all’interno del corpo più antico della residenza, uno splendido palazzo realizzato secondo il modello classicista imposto da Filippo II con forma e stile imitanti il palazzo della famiglia Zapata a Cagliari. Si tratta, quindi, di un bellissimo palazzo secentesco che, nel corso del secolo scorso, venne individuato come luogo ideale per la custodia e la valorizzazione degli importantissimi reperti rinvenuti nell’area archeologica Su Nuraxi. A tal fine dopo la morte dell’ultima baronessa, Donna Concetta Ingarao Zapata, avvenuta negli anni ‘80 e un periodo di totale abbandono, il Comune di Barumini ne acquistò la proprietà nel 1987. Circa 3 anni dopo, nel 1990, ignari del tesoro che “Casa Zapata” custodiva al suo interno, cominciarono i lavori finalizzati alla realizzazione del progetto di musealizzazione. Lavori che furono subito interrotti data la scoperta delle vestigia di un imponente nuraghe complesso sotto le strutture del palazzo. Da quel momento si sono susseguite numerose campagne di scavo, tuttora in corso, e si è portato avanti un progetto museale che ha cercato di salvaguardare e di non snaturare l’edilizia del palazzo e allo stesso tempo di rendere fruibile la visione del complesso nuragico dall’alto, tramite un sistema di passerelle sospese e di pavimenti in vetro.
Risulta, quindi, straordinario entrare all’interno di un palazzo nobiliare per poi trovarsi inaspettatamente davanti a un nuraghe di tali dimensioni. Fu proprio prof. Giovanni Lilliu a scrivere, ancor prima dell’inizio degli scavi archeologici, che nei pressi “de su palazzu ‘e su Marchesu, gli antichi stabilirono un nuraghe e un piccolo gruppo di capanne intorno”. Un nuraghe che gli stesso ribattezzò Su Nuraxi ‘e Cresia (il nuraghe della chiesa), proprio per la sua vicinanza alla chiesa parrocchiale e che le popolazioni nuragiche edificarono in questo sito (cioè su un ripiano di roccia marnosa) poiché era pianeggiante, elevato tanto da poter dominare il territorio circostante e non era lontano da sorgenti d’acqua. Una delle possibili funzioni dei nuraghi doveva, infatti, essere quella militare.
“Su Nuraxi ‘e Cresia” è un nuraghe complesso trilobato, costituito da una torre centrale, chiamata “mastio”, attorno alla quale si dispongono tre torri perimetrali raccordate da cortine murarie rettilinee. Esso presenta, inoltre, la particolarità di essere dotato di 2 cortili, uno interno al bastione trilobato, dotato di pozzo, e uno esterno collegato al primo mediante un ingresso architravato posto nella cortina muraria di Sud-Est. Gli scavi archeologici compiuti a partire dal 2005 proprio nel cortile esterno hanno permesso di mettere in luce la pavimentazione originaria della struttura, costituita da un lastricato che sappiamo essere risalente al Bronzo Recente grazie ai materiali ivi ritrovati. Gli scavi effettuati all’interno di Casa Zapata e sul fianco meridionale mettono, inoltre, in luce la presenza di un doppio antemurale e una struttura insediativa di villaggio. Essendo gli scavi tuttora in corso si possono solo ipotizzare le tappe dell’articolazione cronologica del monumento: ad un primo momento si colloca la costruzione del mastio; ad una seconda fase quella delle torri Sud ed Est e della cortina di raccordo; infine, ad una terza fase quella della torre di perimetro Ovest, proprio perché edificata in basalto e, quindi, con un palese cambio di materiale costruttivo. Il deposito archeologico di Su Nuraxi ‘e Cresia restituisce un orizzonte e una stratificazione culturale che va dal periodo nuragico (a partire dal Bronzo Recente 1300 a.C., e dal Bronzo Finale 1100-800 sec. a.C.) fino al periodo romano (tardo-repubblicano e tardo-imperiale) e altomedievale; superato l’evo antico Su Nuraxi ‘e Cresia registra una frequentazione in età giudicale, fino ad arrivare alla costruzione del palazzo Zapata.
Le torri, che in origine dovevano essere molto più elevate, si presentano oggi svettate, ossia mancanti delle parti sommitali, avevano una forma troncoconica e al loro interno presentavano camere circolari sovrapposte con pareti aggettanti e copertura a tholos (o falsa cupola). Attualmente all’interno di Casa Zapata sono visibili il mastio e la torre Est, mentre la torre Sud e Ovest, il doppio antemurale e il villaggio si sviluppano all’esterno della struttura. Per la costruzione del nuraghe vennero impiegati blocchi poligonali, in marna locale, di grandi dimensioni, disposti secondo filari orizzontali; in maniera sporadica compare però anche la presenza del basalto, una pietra vulcanica più dura, proveniente dalle pendici dell’altopiano della Giara e utilizzata per la costruzione di Su Nuraxi di Barumini.
La sezione archeologica, oltre al complesso nuragico, ospita una prestigiosa collezione di reperti (oltre 180 pezzi) rinvenuti nell’area archeologica “Su Nuraxi” in seguito agli scavi condotti da prof. Giovanni Lilliu nel corso degli anni ‘50 e restaurati dai tecnici del locale laboratorio di restauro archeologico. Prodotti della cultura materiale e soprattutto manufatti ceramici che sono dei fossili guida e rappresentano preziosi indicatori cronologici.
La Sezione Storico-Archivistica è stata allestita all’interno di uno degli stabili costituenti la pertinenza agricola ed è proprio al suo interno che si possono ammirare alcuni fra i più importanti documenti appartenenti all’archivio della famiglia Zapata e alla comunità di Barumini. Nelle teche sono custoditi i preziosi documenti in originale, un tempo ritenuti scomparsi e recentemente ritrovati e acquistati dall’Amministrazione Comunale di Barumini, mentre nei pannelli sono ritratti alcuni fra i più importanti documenti facenti parte della collezione privata del pro-nipote dell’ultima Baronessa Donna Concetta Ingarao Zapata. Si tratta di una collezione di oltre 10.000 documenti, che il Dott. Andrea Lorenzo Ingarao Zapata di Las Plassas ha messo gentilmente a disposizione del grande pubblico in formato digitale e quindi consultabili tramite computer nella sala multimediale adibita nella parte storica.
La Sezione Etnografica, allestita sempre all’interno degli stabili adibiti a pertinenza agricola, è costituita da una piccola sala ospitante alcuni tra gli oggetti più comuni del secolo scorso appartenuti agli abitanti di Barumini e dei paesi limitrofi; con annesso il “Museo Regionale delle Launeddas”, piccolo spazio dedicato all’antichissimo strumento musicale sardo, allestito grazie al contributo del maestro Luigi Lai.
L’allestimento del Polo Museale di Casa Zapata è stato completamente rinnovato nel dicembre 2014, e si avvale ora di numerose postazioni multimediali e multilingue (in italiano, inglese, francese, tedesco, spagnolo), e di una speciale postazione tattile dedicata ai non vedenti.
Grazie alle sue speciali dotazioni, il Polo Museale di Casa Zapata è totalmente accessibile: in particolare, l’area archeologica di Su Nuraxi ‘e Cresia è l’unica in Sardegna interamente fruibile anche da diversamente abili o persona a ridotta mobilità. Inoltre, trovandosi completamente al coperto, è totalmente fruibile anche in giornate di pioggia.